Gli Stanguellini di Modena: musica, motori e leggerezza alle origini della Motor Valley

Vecchia foto di alcune vetture all'interno dell'officina Stanguellini di Modena.

«Strana bottega in cui si pagano 20.000 lire per ogni chilo di meno…»

Guido Piovene, Viaggio in Italia (1957)

Così rifletteva il giornalista Guido Piovene, partito nel 1953 a girare in lungo e in largo lo Stivale per tre anni, appuntandosi tappa dopo tappa ciò che vedeva. Qui vagava per Modena, e la bottega in questione era quella di Vittorio Stanguellini. Parole che confluiranno poi nel reportage di culto Viaggio in Italia (1957). Ma prima di cominciare il nostro viaggio, vale la pena leggere qualche riga in più dagli appunti di Piovene. 

«Curioso è anche Stanguellini, il trasformatore. Egli trasforma in automobili da corsa o da grande turismo comuni automobili Fiat […]. Industria di calcolo e di esattezza, quella di Stanguellini consiste soprattutto nell’alleggerire le macchine; con immensa pazienza, buca tutto quello che può, asporta per togliere peso»

Guido Piovene, Viaggio in Italia (1957)

«Motori piccoli e comuni riescono a fare 180 chilometri all’ora», continua Piovene. Partiamo allora da questa «strana bottega», spostandoci nel tempo ma non da Modena, verso un’altra bottega.

Vittorio Stanguellini fotografato nella sua officina davanti ad un motore.
Vittorio Stanguellini fotografato nella sua officina davanti ad un motore.

Celso Stanguellini: il commercio di strumenti musicali (1879-1900)

A gestirla, dal 1879, è Celso Stanguellini. Appena ventenne, mette in piedi l’omonima società che non vende automobili, bensì strumenti musicali. In particolare: timpani per orchestra. Avrà grande successo grazie al brevetto di un dispositivo per l’accordatura meccanica di essi, tant’è che i Timpani Sistema Stanguellini entreranno a far parte dell’orchestra del celebre Arturo Toscanini. 

Curioso è il fatto che all’origine della più antica ditta costruttrice di automobili da corsa di Modena vi sia uno strumento a percussione, la cui altezza del suono è determinata dalla tensione della sua pelle. Ancor di più se si considera che questa tensione si regola attraverso meccanismi modernamente attivati, fatalità, con un pedale.

Francesco Stanguellini: l’officina auto (1900-1932)

È Francesco Stanguellini che all’alba del secolo, a soli 21 anni, converte l’attività fondata dal padre in officina auto. Il ragazzo infatti ha una grande passione per i motori, tant’è che si diletta anche come pilota.

Francesco, inoltre, diventa il primo rappresentante Fiat di Modena, inaugurando il rapporto che legherà il nome degli Stanguellini al marchio torinese per lungo tempo. È lui ad acquistare la prima Fiat Tipo 1 targata MO1 nel 1908. Dopodiché, la sua attività procede sul doppio binario dell’elaborazione automobilistica da un lato e della partecipazione a gare motociclistiche dall’altro. Ed inizialmente è proprio nel campo delle due ruote che diciassette anni dopo la Scuderia Stanguellini si fa un nome, portando alla vittoria le motociclette modenesi Mignon nel 1925. 

Poi di colpo, la prematura scomparsa di Francesco nel 1932, a soli 53 anni, fa sì che anche il figlio Vittorio, da poco ventenne, si ritrovi per le mani la responsabilità di un’azienda.  

Vittorio Stanguellini: dall’elaborazione delle automobili alle corse (1932-1981)

Venuto al mondo in mezzo ai rombi dei motori, Vittorio ha l’intuizione di concentrare gli sforzi dell’azienda sull’elaborazione delle automobili. Così nel 1936 la Stanguellini entra nella produzione di modelli propri derivati da telai Fiat e Maserati.

Già l’anno successivo nasce la Squadra Stanguellini, composta dai piloti Baravelli, Rangoni, Severi e Zanella. Si tratta della svolta che segna l’inizio dell’avventura e dei successi della casa di Modena nel mondo delle corse, dentro e fuori i confini italiani.

  • 1937, 28° Targa Florio: Severi e la sua Maserati 1500 modificata Stanguellini ottengono il primo posto assoluto. 
  • 1938, Mille Miglia: Baravelli trionfa a bordo della 750 Stanguellini. 
  • 1939, Tobruk-Tripoli: Baravelli si ripete con la stessa vettura. 
  • 1940, Mille Miglia: Venturelli e Ceroni con la 750, Fioruzzi e Sola con la 1100, ottengono i primi posti di classe.
Francesco Stanguellini a bordo di un'auto d'epoca, circondato da delle persone.
Francesco Stanguellini a bordo di un'auto d'epoca, circondato da delle persone.

Francesco Stanguellini su SCAT. Prese parte a entrambe le edizioni del Record del Miglio, conquistando il secondo posto nel 1910 (fonte: www.comune.modena.it).

Tre piloti abbracciati in posa per una foto davanti a una moto d'epoca.
Tre piloti abbracciati in posa per una foto davanti a una moto d'epoca.

I piloti della Mignon, da sinistra verso destra: Bezzanti, Berbolini, Albertini.

Vittorio Stanguellini in posa con un'auto d'epoca.
Vittorio Stanguellini in posa con un'auto d'epoca.

Vittorio Stanguellini (fonte: www.rcm.it).

I piloti della Squadra Stanguellini con le rispettive automobili da corsa, in posa per una foto con i fan alle spalle, in una giornata di pioggia in piazza a Modena.
I piloti della Squadra Stanguellini con le rispettive automobili da corsa, in posa per una foto con i fan alle spalle, in una giornata di pioggia in piazza a Modena.

La Squadra Stanguellini (fonte: www.1000cuorirossoblu.it).

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Solo la guerra arresta l’avventura della Stanguellini. Ma la striscia di successi riprende subito dopo: nel 1946 è il turno del Campionato nazionale assoluto Sport e del Gran Premio del Belgio. Fino ad arrivare all’anno d’oro del 1947, quando le vetture costruite o elaborate dai modenesi trionfano di domenica in domenica, appassionando folle di tifosi. Un’avventura resa ancora più epica dagli agguerriti duelli con le vetture compatriote della Scuderia Ferrari

Gli anni che vanno dal 1947 ai primi anni Cinquanta sono anni di radicali innovazioni tecniche: è in questo periodo che i telai Stanguellini vengono realizzati utilizzando tubi di acciaio ad alta resistenza al fine di ottenere buona rigidità e peso ridotto. Ed è sempre in questi anni che vengono impostati i due motori bialbero – il 750 e il 1100 – che costituiranno il cavallo di battaglia del costruttore modenese negli anni a venire. Le bialbero, infatti, firmeranno cinque vittorie in nove anni nel Campionato Italiano Classe 750 Sport Internazionale, fino a trionfare alla 12 ore di Sebring nel 1957

È nel contesto storico degli anni Cinquanta che avviene dunque l’incontro da cui è partito il nostro viaggio. Quello tra Guido Piovene e Vittorio Stanguellini, nella bottega di un uomo votato alla leggerezza. A proposito di questa vocazione, colpisce nel profondo l’aneddoto raccontato dalla nipote di Vittorio, Francesca – avremo modo di presentarla – a Marco Panella. Gli racconta di Vittorio e del suo mazzo di chiavi. Un mazzo pesante, pieno com’era di chiavi di casa e dell’officina. Pesante fino a quando ebbe l’intuizione di prenderle e forarle tutte. Ecco allora che il mazzo diventò leggero come le sue macchine. 

In bottega assieme a Vittorio e a Piovene, c’è però un altro piccolo grande protagonista. È Francesco Stanguellini – stesso nome del nonno – in sella alla sua Formula Bambini: un giocattolo da sessanta chilometri all’ora fatto costruire per lui dal padre.  Documento meraviglioso è l’intervista di Piovene al piccolo Francesco che troviamo nella versione radiofonica di Viaggio in Italia, trasmessa dalla RAI tra il ‘54 e il ‘56, dove possiamo sentire la sua voce di bimbo e perfino la musica del motore del suo gioco preferito. La velocità sembra essere una virtù del carattere degli Stanguellini prima ancora che delle loro vetture.

«Franceschino, vuoi competere con i Fangio, con gli Ascari?»

«Spero…»

La storia continua poi con gli anni delle vittorie in Formula Junior. Decisivo in questa fase è il sodalizio col sopracitato Juan Manuel Fangio: tra suggerimenti e collaudi, il mitico pilota argentino contribuisce alla razzia di trofei delle Stanguellini Formula Junior 1100 tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta.

Per non parlare dei record mondiali di velocità di questo periodo: ventiquattro primati internazionali nati dall’elaborazione della Nibbio con motore Guzzi, la monoposto portata nell’officina modenese da Pietro Campanella e Angelo Poggio. Su questa scia arriverà poi la costruzione della sorprendente Colibrì con telaio Stanguellini e carrozzeria immaginata dal designer Franco Scaglione: una vetturetta dall’aerodinamica esasperata che nel 1963 conquista ben sei record mondiali. 

Infine, ricordiamo la Junior Delfino e l’ultima creazione sportiva di Vittorio Stanguellini: la Formula 3. Sfortunatamente, però, le forze economiche con cui la Stanguellini deve scontrarsi si rivelano una montagna troppo grande da scalare, e i risultati sportivi ne risentono.

Juan Manuel Fangio sfreccia in pista a bordo della sua Maserati 250F.
Juan Manuel Fangio sfreccia in pista a bordo della sua Maserati 250F.

Juan Manuel Fangio a bordo della sua Maserati 250F.

Le Stanguellini sfrecciano in fila alla 24 ore di Le Mans.
Le Stanguellini sfrecciano in fila alla 24 ore di Le Mans.

Le Stanguellini sfrecciano alla 24h di Le Mans.

Vittorio Stanguellini a colloquio con Juan Manuel Fangio di fronte ad un auto d'epoca.
Vittorio Stanguellini a colloquio con Juan Manuel Fangio di fronte ad un auto d'epoca.

Vittorio Stanguellini a colloquio con Fangio.

Una Stanguellini Colibrì sfreccia in pista.
Una Stanguellini Colibrì sfreccia in pista.

L’iconica Stanguellini Colibrì.

Marcello Mastroianni si allaccia il caso in pista con alle spalle una Stanguellini.
Marcello Mastroianni si allaccia il caso in pista con alle spalle una Stanguellini.

Marcello Mastroianni si appresta a provare la Junior Stanguellini (Autodromo di Monza, 1960, fonte: www.rcm.it).

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Francesco e Francesca Stanguellini: l’eredità di un mito e la creazione del Museo (1981 -)

Vittorio Stanguellini muore nel dicembre del 1981 all’età di 71 anni. Senza di lui l’attività della squadra che ha trainato un secolo di corse va scemando. Ma non la passione del figlio Francesco, ormai diventato grande, né tantomeno la potenza di un mito. L’attività della Stanguellini continua infatti tanto nel segno del restauro e dell’elaborazione di auto storiche, tanto nella realizzazione dell’omonimo Museo.

Come la storia degli Stanguellini ci insegna, c’è sempre un bambino cullato dall’eco dei motori pronto a tramandarla. O una bambina: Francesca Stanguellini ha preso il testimone del padre Francesco ed oggi cura e gestisce le attività del Museo, dove immobili riposano – a nostro pregio e forse, loro malgrado – queste icone della velocità. Un luogo magico, nella misura in cui i visitatori hanno a che fare con una storia di trasformazioni: dalla musica ai motori, da motori a motori più potenti, da telai a telai più leggeri, da tutto questo a leggenda.

Francesco Stanguellini in posa con le automobili della Stanguellini.
Francesco Stanguellini in posa con le automobili della Stanguellini.

Francesco Stanguellini con le creature di famiglia.

Francesca Stanguellini a bordo di una Stanguellini decapottabile con un'altra donna.
Francesca Stanguellini a bordo di una Stanguellini decapottabile con un'altra donna.

Francesca Stanguellini al volante di una Stanguellini.

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