Vyrus: la “pura follya tecnologica” della Motor Valley

Serie di motociclette Vyrus parcheggiate.

Lontane dai riflettori, nei luoghi meno battuti della Motor Valley, si nascondono piccole realtà straordinarie: botteghe dove l’ingegno e la maestria motoristica emiliano-romagnola esprimono la loro forma più pura.

Poco tempo fa vi abbiamo parlato di Beltrami.Design. Oggi vi parliamo di Vyrus, casa motociclistica di Cerasolo, in provincia di Rimini. Abbiamo pensato che il modo migliore per farlo fosse fare due chiacchiere con il suo fondatore, Ascanio Rodorigo, che all’etichetta di CEO preferisce quella di “sguattero di bottega”.

Classe 1963, nato a Verona da madre riminese, suo padre era un pilota di caccia militare. Ciò ha significato per lui non avere un’infanzia stanziale, ma dover seguire i genitori in giro per il mondo. Anche il piccolo Ascanio sognava di fare il pilota: non di aerei, ma di motociclette. Fu proprio il padre a trasmettergli questa grande passione. 

La sua carriera in bottega inizia da Dervis, famoso telaista che realizzava i telai per Massimo Tamburini, dove Ascanio lavorava per mantenersi. L’incontro con Tamburini gli apre le porte per la futura esperienza in Bimota, dove rimane a sporcarsi le mani fino al 1985, anno di fondazione di Vyrus.

Lo slogan di Vyrus recita: “pura follya tecnologica”, ed in una recente intervista, Ascanio ha dichiarato a Stefano Gaeta quanto segue:

«Mi piace l’idea di rimanere un gruppo di poeti romagnoli che pensano e producono piccole ma straordinarie motociclette.»

Ascanio Rodorigo

Forse è meglio lasciare a lui la parola…

Le origini di una bottega visionaria

Vyrus nasce come bottega artigiana per produrre delle one-off, nel lontano 1985. Strada facendo siamo cresciuti, ed abbiamo strutturato l’azienda come una piccola engineering, in grado di gestire progetti nella loro interezza. A fianco dell’attività di produzione siamo anche consulenti per aziende che fanno produzioni su scala industriale, come Gas Gas e Bimota.

L’anno della svolta è stato il 2001, quando ci è venuto in mente di preparare un prototipo da presentare ad una fiera nel padovano, per fare vedere alle aziende presenti di cosa eravamo capaci: partire da un foglio di carta bianco, e realizzare in 90 giorni il nostro tipo di prodotto. È in quest’occasione che ha debuttato il nostro sistema “Tesi all’anteriore”, che non abbiamo più abbandonato. La scelta del motore cadde invece sul bicilindrico della Ducati Monster due valvole a doppia candela che adoravo. Siamo tornati a casa con così tante richieste da parte del pubblico che abbiamo pensato di fare una piccola produzione in serie, valorizzando un tipo di lavoro artigianale.

Quando l’artigianato incontra la tecnologia

A grandi linee questo è il nostro cammino. Oggi noi siamo costruttori: produciamo 25 moto all’anno circa, dipende dagli anni perché siamo una realtà piccola (7 persone, 19 contando tutti i consulenti). Ciò che trovo particolare e affascinante è il fatto che un gruppo come noi riesca a gestire tutto il processo. Ad esempio, la fase dell’omologazione. Il capo delle omologazioni in Ducati mi ha chiesto esterrefatto più volte come facciamo. Rispettare le compliance di oggi delle normative delle omologazioni, infatti, non è un gioco da ragazzi. Figuriamoci per una realtà piccola come la nostra. Eppure riusciamo ad omologare Euro 5 ed Euro 5 plus. 

La nostra traccia è questa: realizziamo un modello omologato basic, attorno al quale offriamo al cliente la possibilità di fare una customizzazione totale. Poco tempo fa stavamo parlando di ricoprire la nostra Alyen di Swarovski con un’azienda di Aosta. Abbiamo un tipo di cliente che ci riconosce come interlocutori per progetti di questo grado di ambizione. 

A dispetto del fatto che noi siamo una vera e propria bottega che opera in maniera artigianale, costruiamo tutto internamente, eccezion fatta per il carbonio e per i motori (questi ultimi della Ducati). Gestiamo tutto il processo: dal disegno dell’attrezzatura a quello del prodotto, con tecnologie molto all’avanguardia. 

Dalla realtà virtuale ai tappeti persiani: come Vyrus racconta le sue opere d’arte

Come siamo stati pionieristici, nel nostro piccolo, anche per certe scelte di comunicazione. Ad esempio quando il 20 marzo 2020 abbiamo presentato la sopracitata Alyen, la nostra ultima creazione. Per farlo abbiamo mandato ai nostri rivenditori il Pico 4 della Sony il visore per la Virtual Reality dove dentro c’era un render 3D della nostra motocicletta, fatto in collaborazione con un’azienda che all’epoca non faceva questo tipo di progetti nel mondo dei motori. Io stesso quando la guardavo nel visore non vedevo l’ora di vederla in carne e ossa, come se stessi rincorrendo me stesso.

Inoltre, ne abbiamo costruita anche una in plastica con la stampante 3D. Erano visioni innovative per l’epoca. Abbiamo realizzato venti moto moto che costano 188 mila euro l’una e le abbiamo vendute tutte. Ci voleva del coraggio a pensare di vendere una moto senza averla ancora realizzata.

Dalle star di Hollywood ai mutui a vita: il mondo incredibile dei clienti Vyrus

Tutti i nostri clienti hanno un background di conoscenze molto elevate per ciò che riguarda il mondo delle motociclette: attraverso il passaparola arriviamo nelle mani di questo genere di appassionati. Spesso si tratta di clienti alto spendenti, ma abbiamo anche dei clienti giapponesi che hanno fatto i mutui a vita per comprarsi una Vyrus. Gente che magari vive in un loculo ma possiede la nostra moto. 

Al concessionario Ducati più grande di Los Angeles, sotto i cassetti delle scrivanie, c’è la brochure della Vyrus. Perché? Perché a una fiera avevano visto le Vyrus esposte su tappeti persiani, come opere d’arte. Così, nel momento in cui arriva l’attore di Hollywood che chiede qualcosa di straordinario, gli tirano fuori la brochure. Vendiamo molto grazie a dinamiche di questo tipo. 

A proposito: non abbiamo mai speso un centesimo in pubblicità. Ci siamo sempre concentrati sul cercare di mettere la nostra identità nelle foto e nei video che sono in circolazione, curandone a fondo ogni aspetto. Non abbiamo mai voluto dare in pasto alla stampa la Vyrus Alyen che costa 188 mila euro, perché poi la stampa avrebbe superficialmente sottolineato solo il lato economico. Non è l’immagine che interessa: a noi interessa far sapere che a Rimini costruiamo opere d’arte su due ruote. Certo, per fare fatturati interessanti, da un punto di vista imprenditoriale, sarebbe meglio fare un po’ di promo. Ma finora ho deciso di non spendere soldi in pubblicità, perché tanto ci cercano e ci trovano comunque. Siamo gli ultimi dei mohicani…

La Motor Valley secondo Ascanio Rodorigo: un patrimonio inestimabile

Siamo orgogliosi di essere dentro la Motor Valley. Io sono un fondamentalista romagnolo — purtroppo, per certi aspetti — e dal mio punto di vista prettamente personale, è un prodotto di valore inestimabile. E spesso la percezione di questo valore noi non ce l’abbiamo. In Italia abbiamo delle realtà uniche e nessuno se ne accorge.  Primo fra tutti il fenomeno della Motor Valley, ma non solo. Lo dice uno che quando era bambino andava a Modena in zona industriale a vedere i capannoni com’erano strutturati. Vedere queste aziende che da una goccia di plastica fanno un tappino col sigillo di garanzia delle bottiglie… la tecnologia che c’è dietro è straordinaria. 

Per via del mio mestiere, ho viaggiato tanto per cercare mercati, per riuscire a capire come funziona la motocicletta in giro per il mondo. La conclusione a cui sono arrivato è che il nostro è un prodotto incredibile, senza eguali.  Voi dovete pensare che in tutti gli USA ci sono la Indian e l’Harley-Davidson: due case motociclistiche. In tutta la Germania, la BMW. In Inghilterra c’è già di più… ma in Italia giochiamo un campionato a parte. In una ricerca che ho provato a fare tempo fa, ho censito 98 marchi di aziende che negli ultimi 100 anni hanno costruito motociclette in Italia. 

Quello che cerco di trasmettere sempre ai ragazzi è che Los Angeles e la California sono diventati famosi per una tavola di fibra di vetro con la schiuma dentro. Quello che noi facciamo in questo territorio è incredibile per il livello di design e tecnologia richiesti, con tutto il rispetto per la tavola da surf. Nella Motor Valley c’è un potenziale enorme. Finalmente sento parlare di visite nelle aziende, finalmente ci sono dei ragazzi che stanno lavorando per dare visibilità a noi ed altre realtà, mostrando che con poco, si può fare tanto.

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